L'importanza di una zia

Carissime, per tutta una serie di motivi che non starò a spiegarvi, mi sono trovata in questi due giorni a bada del mio chicchino adorato, a casa con l'influenza. Anche se, poi, salta come un capretto con 38,5° di febbre. A tre anni, con un linguaggio tutto suo (siamo noi a doverlo interpretare), ha però le idee ben chiare, una furbizia che mi spiazza e mi fa ridere di cuore per le trovate, con quei suoi occhi così tondi, e le espressioni così ingenue anche quando mente. Così, alla mia veneranda età, ormai seriosa e arzdora, sono stata al suo fianco sui gradini di una chiesa, perchè lì andava bene mangiare la pizzetta di merenda, lo lascio far capriole sui sedili posteriori della macchina nuova, di tutto e di più, insomma. E mi trovo a far ridere chi ci incrocia, perchè lui, di ogni sconosciuto, vuol conoscere la destinazione, e come si chiama, e dove sono i suoi, cani compresi...Beh, la fantasia della sottoscritta in questi casi aiuta, mi invento di tutto e, ripeto, gli interessati che ci sentono se la ridono di gusto. Mi è costato un capitale, in regali, cifra raddoppiata allorquando la sorella, con un unico colpo d'occhio ha scoperto le novità, facendomi sentire un verme e inducendomi a riparare. Ora, saltata anche la mia mezzoretta di riposo post-pranzo (non ne voleva sapere di dormire e l'ho riconsegnato alla madre solo alle 3 del pomeriggio), sono qui a sperare in una pronta guarigione che coincida con il ritorno all'asilo e alla normalità. Pensando anche a quanto passano in fretta questi anni, a quando sarà quel che vorrà, ed io una ormai vecchia zia con bastoncino e veletta, che gli raccomanda di andar piano... Perchè ormai sono rassegnata: un personaggio importante e raccomandabile, in giacca e cravatta, quello proprio non lo diventa.

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