Premessa: Nell'ultimo mese sto dormendo solo poche ore per notte. Il resto del tempo lo trascorro ricamando a punto croce, scrivendo, o leggendo. Ho divorato una quindicina di libri, dall'inizio dell'anno. L'ultimo, terminato proprio la notte scorsa, è "Mille anni che sto qui" di Mariolina Venezia, che, tra l'altro, ho conosciuto di persona, nell'ambito del ciclo di incontri programmati dalla biblioteca di Riccione, con alcune scrittrici. Adoro le saghe familiari, quelle con tanto di albero genealogico riportato all'inizio del libro, che è ambientato in Basilicata, e riporta le storie, attraverso gli anni, di una famiglia con alterne fortune, e che vede protagoniste le donne, come spesso succede (anche nella mia, di famiglia, e chissà che prima o poi non ne scriva qualcosa). Come contorno, la storia, le vicende, dal fascismo alle speranze di benessere del dopoguerra, fino alla caduta del muro di Berlino, con le ultime pagine che racchiudono, con la figura di Gioia, tutte le immagini delle generazioni trascorse. Bello, davvero, merita il Campiello che le è stato conferito, nel 2007

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